Amore prima dei social: Le app di dating funzionano davvero?
Che fine ha fatto la spontaneità di un tempo? L’avvento dei social media e delle app di incontri ha indubbiamente portato cambiamenti nell’approccio all’amore, o alle relazioni soltanto. Tinder, Bumble, Hinge, Grindr sono solo alcuni degli innumerevoli spazi virtuali in cui potere incontrare nuove persone e, perché no, trovare quell’affinità tanto desiderata, anche per una notte sola.
C’è chi demonizza totalmente il cambiamento tacciandolo come sistema disfunzionale e assolutamente tossico, ma c’è anche chi continua ad apprezzarlo, sostenendo che tutto, in fin dei conti, dipenda sempre dalla persona e dai valori che si porta dietro. Si dice che la verità stia quasi sempre nel mezzo e forse anche in questo caso è proprio così.
I social hanno indubbiamente accorciato tante tempistiche e ampliato il ventaglio di possibilità, abbattendo il muro della timidezza e offrendo una specie di filtro dentro il quale buttarsi, sperando di attirare l’attenzione e, nel migliore dei casi, di beccarsi un match. Dinamiche molto simili anche sui social, dove Direct di Instagram diventa tranquillamente bacheca sulla quale esprimere il proprio pensiero o lanciare qualche invito, esplicito o velato che sia. Lo schermo come presentazione, le reactions come segnale, i like ai messaggi che lasciano dubbi o parlano chiaramente.
Tutto, oggi, è più virtuale che reale e le nuove generazioni questo lo sanno bene. Complice di questa nuova rotta anche il Covid, parentesi che ci ha visti tutti distanti ma pur sempre vicini, proprio grazie a quegli schermi che oggi spesso critichiamo. Che cosa può dire uno schermo di me? Che cosa, una biografia sintetica, può fare emergere di me? “Relazione seria”, “Solo divertimento”, “Amicizie”: è davvero possibile inscatolarsi dentro delle preferenze? Forse sì, basta esserne consapevoli.
La potenza dei social, e dunque anche delle app di incontri, è oggettiva: ci sono coppie che realmente hanno trovato l’amore della propria vita dentro la virtualità, ci sono persone che proprio grazie a questa “schermata divisiva” sono riuscite a esprimersi senza paura del giudizio, digitando parole sulla tastiera come fossero sillabe respirate di persona. Eppure, tutto è diverso, tutto pare semplificato, anche se poi, se bene ci pensiamo, alcune dinamiche non sono sempre così semplici da accettare…e vivere sulla propria pelle.
Le app di incontri funzionano davvero, ma c’è il rovescio della medaglia
“Funzionano davvero!” ha scritto qualcuno sotto il nostro post, quasi con stupore o con grande stranezza di meraviglia. Nessuno ha mai messo in dubbio le capacità di funzionamento di questi metodi di approccio virtuali, ma se da una parte questi possono concretamente portare all’altare, dall’altra, oggi, possono provocare spaesamento, insicurezze e tante, a volte troppe, domande.
Nulla è sbagliato, purché fatto con chiarezza istantanea, cosa, a quanto pare, spesso sconosciuta su questi spazi. Quante volte quell’amica è venuta da voi e vi ha detto: “È sparito nel nulla” – “Mi ha chiesto di uscire e poi non si è più fatto vivo” – “Dopo il primo appuntamento, andato bene, è scomparso”? Almeno una, o forse venti. Ecco, questa è una delle dinamiche più frequenti quando si tratta di app di incontri, o forse è semplicemente la dinamica dell’amore di oggi?!
Se lo chiedono i giovanissimi, ma se lo chiedono anche i Millennials o le generazioni più “vecchie”: ma com’era prima dei social? Forse tutto più lento, forse tutto molto più spontaneo, libero da filtri, da like o dislike, da superlike, da storie nascoste, lista di amici stretti su Instagram.
Forse si era semplicemente sé stessi senza troppi incastri contorti: ma perché questo, oggi, non è più possibile?
In realtà lo è sempre, ma non è ricercato, o così sembra. L’amore mordi e fuggi, l’amore non responsabile, in cui vale la legge dei grandi numeri e il collezionismo ossessivo di dopamina temporanea. Oggi c’è il ghosting, ci sono le situationship, ma pare non esserci più lo sforzo, non il sacrificio. Solo condivisione, spesso fittizia, di storie fake o di esaltazione esagerata di sentimenti: un po’ triste, no?
Mi @mi o è f@ke? Oggi l’amore è cambiato o non esiste? Qualcuno ancora lo cerca
Il quadro non sembra essere dei più promettenti, ma non siamo qui per fare allarmismi di alcun tipo o per giudicare migliore o peggiore una scelta. C’è, però, da essere oggettivi: il modo di vivere le relazioni è cambiato. In negativo o in positivo non è compito nostro stabilirlo; a parlare sono le esperienze, le storie personali, la vita. C’è chi ha deciso di scaricarsi Tinder solo per avere rapporti sessuali random e alla fine ha trovato l’anima gemella, ma c’è chi, pensando di avere trovato “la” persona giusta, è stat* ghostat* malamente senza spiegazione alcuna. I movimenti delle dating app sono ingarbugliati ma, come dice il buon vecchio detto: “Non facciamo di tutta l’erba un fascio”, che non è mai giusto. Però, caspita, qualcosa è realmente cambiato, non possiamo fingere non sia così.
Che cosa non funziona più nelle relazioni oggi?
Forse l’idea che tutto debba obbligatoriamente passare attraverso uno schermo – che senza dubbio aiuta a sconfiggere la timidezza, ma dall’altra parte filtra l’autentico – e che tutto debba essere pubblicato per renderlo credibile. Il segreto esiste solo tra gli amanti? Perché due persone che stanno insieme non possono non postare? Non condividere ogni giorno il proprio fidanzato fa di me una persona meno innamorata? La questione apre un bel ventaglio di dibattiti: voi che dite?
Come non cadere nel baratro delle app di dating: usarle con prudenza è la chiave
Ad ogni modo, le app di incontri certamente continuano (e continueranno) a essere un modo per conoscere persone, lanciarsi in brevi avventure, risollevarsi post rottura, semplicemente parlare con qualcuno, scambiarsi opinioni o nudini (fate sempre attenzione al sexting e all’invio di materiale! guarda qui). Utilizzarle è normale e non è giudicabile, ma è sempre importante farlo con grande intelligenza.
Purtroppo, certi meccanismi sono frequenti, così come certe dinamiche. Utilizzatele come ciò che realmente sono: spazi virtuali dentro cui conoscere nuovi potenziali partner, nulla di più. Preservate voi stess*, le vostre emozioni, la vostra privacy, purché vogliate farlo. Insomma, la morale è sempre la stessa: fate quello che vi sentite di fare ma fatelo con cognizione di causa, con consapevolezza, con lucidità. Ok, l’amore e gli ormoni a volte possono davvero sballare e farci perdere un po’ il lume della ragione, ma rimaniamo sempre “animali pensanti”, perciò pensate.
Non lasciatevi risucchiare dalle vibes tossiche che questi spazi virtuali possono tirare fuori: siate sempre autentici, liberi, sognatori se serve. Tenete al vostro benessere, divertitevi, continuate a cercare ciò che vi fa stare bene e, se potete, non inscatolatevi mai in una bio fasulla o in una foto fake. Non vale forse di più l’essere trasparenti? Ok forse non subito e forse non con tutti, ma così quando la luce vi attraverserà tutti la vedranno. Che ve ne fate di una superficie opaca?
Scaricate quella maledetta app se volete farlo, ma vivete l’amore come se davvero facesse ancora parte di questo mondo.